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Nel 1840 Etienne Cabet pubblicava “Viaggio in Icaria”, luogo immaginario che ricorda nel nome il tentativo tragico quanto ostinato dell’uomo di oltrepassare ogni limite superando i confini fisici e simbolici del labirinto.
Come marchio editoriale, Icaria corteggia dunque l’utopia, l’alterità, ma anche le dinamiche culturali e sociali del mondo contemporaneo.
È lungo questa linea di discrimine, labile quanto tenace, tra luogo e non luogo, visione e contesto reale, che si dispongono le narrazioni: quelle d’invenzione, saggistiche o trasversali.